IL SEGNO DEL COMANDO.

Su Fabbrica della Comunicazione, la rubrica Pillole di ExtraMondo è a cura del blogger Enrico Pietra qui con Paola Amadesi.

La scrittrice Amadesi è autrice di un ampio saggio su uno dei prodotti televisivi italiani Rai di maggior fascino di sempre: “Il Segno Del Comando”.

Interpretato da grandissimi attori, che fecero – o avrebbero fatto – la storia del teatro italiano e guidato dalla regia sapiente di Daniele D’Anza, lo sceneggiato portava per la prima volta nella storia del piccolo schermo tematiche mai viste o ascoltate dal grande pubblico, quali le sedute medianiche, lo spiritismo, il paranormale, la reincarnazione, il mistero.

Ed “Il Segno Del Comando”, nel 1971, magnetizzò l’attenzione degli spettatori televisivi con un riscontro incredibile per quell’epoca, oltre 15 milioni di ascolti ogni puntata.

Cinque in tutto.

Un racconto intricato con chiavi di lettura sempre più simboliche mano a mano che si scendeva in profondità. Questo era allora e resta il segreto di una storia che non cessa di appassionare ed essere ricordata.

Una trama che seguiva il giallo, un’altra decisamente romantica ed una infine di matrice smaccatamente gotica, con continui riferimenti iniziatici disseminati lungo tutta la pellicola, dall’esoterismo alla numerologia, dai tarocchi ai riferimenti alchemici, a quelli storici.

Una sceneggiatura densa, fitta di riferimenti e di invenzioni straordinarie, che, a distanza di tanti anni, non cessa di emozionare.