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Su Fabbrica della Comunicazione, la rubrica Il Punto di Vista è a cura del giornalista e scrittore Massimo Del Papa – che commenta con Beatrice Silenzi – i fatti del momento.
“Mary Poppins” ha un linguaggio discriminatorio e la censura britannica lo declassa. Cosa significa? Che i bambini al di sotto degli 8 anni, non potranno vederlo da soli, ma solo in presenza di un adulto che possa spiegare loro chi sono gli “ottentotti” menzionati nella pellicola (sempre che anche i genitori lo sappiano…!).
La commissione BBFC ha infatto riposizionato il film, con protagonista una magica tata fuori dall’ordinario, dalla categoria U (con bollino verde, per tutti) a quella con bollino arancione PG (parental guidance).
Stavolta sotto accusa dunque è l’epiteto “ottentotti”, termine dispregiativo storicamente usata dagli europei bianchi colonialisti per riferirsi al popolo Khoikhoi in Sud Africa.
Sono sotto accusa anche i dinosauri – già! -per cui un team di paleontologi ha incominciato a discutere sui nomi che, nel tempo, sono stati loro assegnati, chiedendo nuove linee guida all’ICZN (International Commission on Zoological Nomenclature) al fine di renderli più inclusivi.
Le linee guida dell’ICZN sono blande in fatto di nomi, per cui uno scienziato che scopre una nuova specie può darle il nome che vuole, come accade quando si registra un’azienda. Tuttavia, oggi scegliere un nome dall’etimologia greco-latina (ovvero una civiltà europea colonialista e schiavista), o maschile, o catalogare qualcosa che rimarchi l’aspetto fisico determina il perpetuare stereotipi razzisti.
I nomi dei dinosauri sotto accusa sono il 3 percento del totale, eppure, dice il paleontologo argentino Evangelos Vlachos, – uno dei promotori dell’iniziativa – si vuol rivedere criticamente ciò che è stato fatto in passato, per correggere le scelte del futuro.
Così, dopo “Mary Poppins” ed altri classici, forse anche “Jurassic Park” verrà riscritto e, mentre la Ferragni e la D’Urso si riaffacciano in Tv, è tempo di grandi ritorni.
È così per i CCCP di Giovanni Lindo Ferretti che lascia stupiti molti per le sue dichiarazioni e posizioni in un misunderstanding che dura da 40 anni.
La band non è mai stata “di sinistra”, ma è dal 1984 che i CCCP vengono classificati come “sinistra”, scambiati per un gruppo di “sinistra”, militante, promotore di valori di sinistra.
No, si dice, è semmai vero l’opposto: i CCCP sono stati un esperimento ambiguo e perciò artisticamente interessante e molto seducente. Hanno stuzzicato la scena underground del totalitarismo sovietico, dell’Est non ancora contaminato dal frivolo occidente.
Ma oggi, a partire dal totale fraintendimento dell’esperienza estetica offerta dai CCCP che si ritiene, che Ferretti abbia tradito il suo pubblico, sebbene fosse “fedele alla linea”, o forse è il pubblico che non ha capito lui.
Su Fabbrica della Comunicazione, la rubrica Il Punto di Vista è a cura del giornalista e scrittore Massimo Del Papa – che commenta con Beatrice Silenzi – i fatti del momento.
“Mary Poppins” ha un linguaggio discriminatorio e la censura britannica lo declassa. Cosa significa? Che i bambini al di sotto degli 8 anni, non potranno vederlo da soli, ma solo in presenza di un adulto che possa spiegare loro chi sono gli “ottentotti” menzionati nella pellicola (sempre che anche i genitori lo sappiano…!).
La commissione BBFC ha infatto riposizionato il film, con protagonista una magica tata fuori dall’ordinario, dalla categoria U (con bollino verde, per tutti) a quella con bollino arancione PG (parental guidance).
Stavolta sotto accusa dunque è l’epiteto “ottentotti”, termine dispregiativo storicamente usata dagli europei bianchi colonialisti per riferirsi al popolo Khoikhoi in Sud Africa.
E mentre la Ferragni e la D’Urso si riaffacciano in Tv, è tempo di grandi ritorni.
È così per i CCCP di Giovanni Lindo Ferretti che lascia stupiti molti per le sue dichiarazioni e posizioni in un misunderstanding che dura da 40 anni.
La band non è mai stata “di sinistra”, ma è dal 1984 che i CCCP vengono classificati come “sinistra”, scambiati per un gruppo di “sinistra”, militante, promotore di valori di sinistra.
No, si dice, è semmai vero l’opposto: i CCCP sono stati un esperimento ambiguo e perciò artisticamente interessante e molto seducente. Hanno stuzzicato la scena underground del totalitarismo sovietico, dell’Est non ancora contaminato dal frivolo occidente.
Ma oggi, a partire dal totale fraintendimento dell’esperienza estetica offerta dai CCCP che si ritiene, che Ferretti abbia tradito il suo pubblico, sebbene fosse “fedele alla linea”, o forse è il pubblico che non ha capito lui.
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