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Su Fabbrica della Comunicazione, la rubrica della domenica mattina a cura di Beatrice Silenzi – giornalista e direttore responsabile – con Enrica Perucchietti si chiama L’Altra Domenica.

Si torna a parlare di Julian Assange – fondatore di WikiLeaks – che, da un uomo libero, dopo il patteggiamento diventa, suo malgrado protagonista di una nuova, gigantesca serie di equivoci e fake news.

Qui l’intervista alla giornalista e attivista Berenice Galli sulla vicenda Assange

ASSANGE. COLPEVOLE PER TORNARE LIBERO

Assange e WikiLeaks fanno parte – sottolinea il mainstream – di un’enorme impostura che ha obnubilato l’Occidente. La sua storia è stata definita – anche da alcuni sedicenti comunicatori nell’ambito del dissenso – un martirio che si mescola con la disinformazione, che tocca i Rothschild, Putin e perfino la pandemia!

La “trappola-Assange” consiste – per i suoi detrattori – nell’aver trasformato l’uomo in un eroe, mentre WikiLeaks avrebbe accelerato la crisi del giornalismo tradizionale, contribuendo a spostare il baricentro dell’informazione verso i social.

Il “mito-Assange” – che ha contribuito a svelare fatti e misfatti del Potere, come combattente per la libertà – sembra essere crollato eppure, è lo stesso che, nel 2006, viene osannato come un eroe della trasparenza, un combattente per i diritti umani.
Ma i cori che lo inneggiavano, col passare degli anni, si sono attenuati e, alla notizia della sua liberazione e avendo compiuto 53 anni da alcuni giorni, di Assange restano l’amarezza di notizie becere che lo riguardano, messe in giro da coloro che – facendo parte del cosiddetto “dissenso” – avrebbero dovuto difenderlo, anziché attaccarlo.

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