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Su Fabbrica della Comunicazione, la rubrica Viaggio nella Storia Contemporanea è a cura del giornalista e scrittore Franco Fracassi – già co-autore di una collana di 12 volumi dal titolo “Nei Secoli Brevi” – che commenta con Beatrice Silenzi fatti e personaggi degli ultimi 120 anni.

Dalla Seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti considerano interesse vitale per la nazione, la loro posizione di dominio nel mondo, anche e soprattutto attraverso un potere armato, sintomo di una mentalità imperialista portata avanti da decenni da tutti i leader statunitensi.

È qui che nasce la dualità di forze opposte e di opposti schieramenti: Comunisti da un lato, Capitalisti dall’altro.

Il capitalismo è ancora oggi un sistema economico, politico e sociale in cui proprietà, affari e industria sono di proprietà privata, diretti a realizzare i maggiori profitti possibili per proprietari, ditte, investitori, azionari.

I grandi difetti del capitalismo, sono principalmente quelli basati sul denaro e l’avidità, sullo sfruttamento di uomini e cose, sulla crescita (o progresso) inarrestabile, sul consumo forsennato di risorse limitate.
Nella maggior parte dei Paesi il sistema è più o meno regolamentato dal governo e si fa capo generalmente al governo degli Stati Uniti. 

Il comunismo prospetta l’abolizione totale o parziale della proprietà privata e dei mezzi di produzione per poter realizzare la parità sociale, senza privilegi. Propone un’uguaglianza formale, la cooperazione, la giustizia sociale fra tutti gli esseri umani, ma, al tempo stesso, essendo troppo idealistico, non facilmente gestibile. 

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