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Per la rubrica su Radio Linea Tv, con la giornalista e scrittrice Beatrice Silenzi, a cura di David Romano, si fa riferimento al libro “È Tossico: Viaggio nelle Dipendenze e nei Comportamenti Devianti”, per scoprire come si sviluppa il fenomeno della dipendenza e perché sia così dannosa.

Il picacismo (o allotriofagia o, più semplicemente, pica), è un disturbo del comportamento alimentare caratterizzato dall’ingestione continuata nel tempo di sostanze non nutritive e non alimentari per un periodo di almeno un mese.
La natura dei materiali ingeriti è ampiamente variabile ed include: terra, argilla, gesso, amidi grezzi, ghiaccio, carbone, cenere, carta, stoffa, borotalco, fondi di caffè, pastelli, capelli, gusci d’uovo.

Il termine deriva da “pica pica”, nome scientifico della gazza ladra, uccello noto per la sua curiosità che lo spinge a raccogliere grandi varietà di oggetti.

Le cause sono in parte inspiegabili: la più nota e conosciuta è l’anemia da carenza di ferro o di zinco, seguita dallo stress da abusi subiti o deprivazione e alcune malattie psichiatriche. 
Solitamente è un disturbo isolato, ma può coesistere con la schizofrenia o con altre disabilità intellettive e persistere per anni

I sintomi dipendono dal materiale ingerito e possono comprendere: mal di stomaco e di intestino o ostruzione gastro-intestinale, danni dentali, avvelenamento, rischi microbiologici (infezioni) e parassitari, 
aumento della glicemia (zucchero nel sangue) ed obesità, elevato pericolo di tossicità a causa della varietà di contaminanti (piombo, mercurio, arsenico, fluoruro….)

Non esistono farmaci specifici per il trattamento del picacismo, anche se in alcuni casi si somministrano psicofarmaci che, però, non risolvono il problema. 
Sono utili gli integratori di ferro, zinco e altri nutrienti se vi è carenza accertata e un approccio psicoterapico.

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