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Su Fabbrica della Comunicazione, la rubrica Il Punto di Vista è a cura del giornalista e scrittore Massimo – Max – Del Papa – che commenta con Beatrice Silenzi – i fatti del momento.

L’ex commissario Gallo e i suoi presunti collaboratori hanno rilasciato in queste ore dichiarazioni spontanee e si sono avvalsi della facoltà di non rispondere alle domande del giudice per le indagini preliminari dott. Filice.
Solo il poliziotto Malerba ha voluto parlare durante l’interrogatorio, ammettendo di aver prelevato dati, mentre l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale dal canto suo rigetta insinuazioni su presunte forme di compromissione dei propri servizi digitali.

Gli indagati sono coinvolti in un’inchiesta che ha portato alla scoperta di presunte infiltrazioni nei database delle forze dell’ordine, con la centrale operativa situata a Milano: le indagini puntano a fare chiarezza sulle modalità e sugli obiettivi di questa presunta attività illecita. 

Il legale ha confermato che Gallo nelle dichiarazioni ha spiegato di essere stato un “servitore dello Stato” da oltre 40 anni e che da lui non c’è mai stata “alcuna infedeltà, perciò dimostrerà la sua estraneità ai fatti con un interrogatorio con i pm e collaborerà con i magistrati”, ha aggiunto la legale.

Il Presidente del Consiglio Meloni sottolinea che: “la cosa più importante riguarda l’infedeltà dei funzionari. L’hackeraggio non è il tema più importante, le nostre banche dati non sono violate da estranei ma da funzionari dello Stato che dovrebbero proteggerle ma usano il loro potere per fare altro con quei dati. Bisogna essere implacabili e non lo dico solo per loro ma anche per chi ha il dovere della vigilanza”.

E ancora “se è inaccettabile che un funzionario che deve proteggere una banca dati, in realtà violi quella banca dati – ha proseguito la premier – è ugualmente inaccettabile che il suo superiore non si accorga che vengono fatte centinaia di migliaia di accessi abusivi. Quindi questa secondo me è la priorità”.

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