di GIORGIO PANDINI
Quando si parla del sistema scolastico in Italia si sentono i pareri più disparati riguardo agli insegnanti, accusati di scarsa professionalità e competenza, o ai ragazzi accusati di maleducazione, indolenza e violenza, ma anche i genitori prendono la ribalta quando, invece di assumersi la responsabilità degli atteggiamenti dei propri figli, dapprima delegano l’educazione dei ragazzi alla scuola stessa, salvo poi difenderli quando, come capita, aggrediscono gli insegnanti.
Alcuni episodi di cronaca, verificatisi recentemente fanno discutere e gettano ombre cupe sul sistema scuola.
Il caso più eclatante e terribile è quello di Castellammare di Stabia dove un’insegnante di sostegno è stata accusata di abusi su minori. Un fatto gravissimo, scoperto casualmente dal ritrovamento di alcuni messaggi espliciti trovati dai genitori sul cellulare di alcuni ragazzi.
L’insegnante incriminata radunava gli allievi in un’aula dove, con il pretesto dell’aiuto nei compiti avrebbe tenuto lezioni di “educazione sessuale fai-da-te” mostrando loro film hard e facendo anche “pratica” con alcuni di loro.
Aggredita e malmenata dai genitori, l’insegnante nega decisamente tutte le accuse, ma i messaggi ci sono. Lei replica che si tratta di conversazioni estrapolate da un contesto più ampio e dirette solo ad un ragazzo in particolare. Le indagini sono in corso.
Diametralmente opposto il caso che riguarda una professoressa di Seregno, aggredita da un alunno al termine della lezione, quando il ragazzo ha atteso che i compagni uscissero dall’aula per sferrarle un pugno ed uno schiaffo. La docente è stata trovata sanguinante e in stato di shock dagli altri allievi che hanno immediatamente chiamato aiuto.
Portata al pronto soccorso l’insegnante non è più tornata a scuola, mentre il ragazzo, che non ha chiarito i motivi del gesto è stato ritirato dai genitori che si sono scusati con la professoressa. I suoi compagni ancora increduli si sono subito attivati per confortare la prof, da loro stimata come insegnante ed umanamente, con messaggi di affetto e solidarietà invitandola a tornare a scuola.
L’ultima notizia arriva dal Veneto: un ragazzo si sarebbe recato a scuola con un paio di sneakers costose che gli sarebbero state rubate da alcuni bulli all’interno dell’istituto. Al momento della denuncia da parte del ragazzo agli insegnanti si sarebbe sentito rispondere che era colpa sua e dei genitori per averlo mandato a scuola con accessori inadatti: cornuto e mazziato insomma.
Tornato a casa scalzo, il ragazzo si sarebbe chiuso in se stesso rifiutandosi di tornare a scuola. I genitori accusano l’istituto di scarsa attenzione e mancanza di supporto al figlio, dicendo che “per quest’anno farà altro e poi si vedrà” e decidendo di non sporgere denuncia.
Tre casi differenti che evidenziano in maniera netta le diverse sfaccettature del mondo scolastico che oggi rappresenta una sorta di universo parallelo con i suoi attori e le proprie regole di vita, quasi avulso dalla realtà quotidiana.
Inutile cercare di attribuire specifiche responsabilità a qualcuno, o no?