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Su Fabbrica della Comunicazione la rubrica Dimensione Arte è cura di Giorgio Pandini – musicista e blogger.
Vincent Willem van Gogh nato a Zundert il 30 marzo 1853, muore a Auvers-sur-Oise il 29 luglio 1890. Pittore olandese autore di 900 dipinti e di 1000 disegni, senza contare gli schizzi non portati a termine e i tanti appunti destinati all’imitazione di disegni artistici di provenienza giapponese.
Geniale e incompreso, folle e disprezzato in vita, Van Gogh influenza l’arte dei contemporanei e degli autori nei secoli a seguire, in particolare l’Espressionismo da Henri Matisse a Edvard Munch, a Ernst Ludwig Kirchner, Egon Schiele, Erich Heckel e Emil Nolde.
Inizia a disegnare da bambino e nonostante le critiche del padre, un pastore protestante che gli impartisce norme severe, continua a interessarsi all’arte finché non decide di diventare un pittore vero e proprio.
Inizia a dipingere all’età di 27 anni realizzando, in soli 2 anni, molte delle sue opere più note: i soggetti consistono in autoritratti, paesaggi, nature morte di fiori, dipinti con cipressi, rappresentazioni di campi di grano e girasoli.
La sua formazione si deve all’esempio del realismo paesaggistico dei pittori di Barbizon e del messaggio etico e sociale di Jean-François Millet.
Dopo diversi anni di sofferenze, patendo anche di frequenti disturbi mentali, muore in circostanze misteriose a 37 anni, nel 1890, tuttavia la sua fama artistica viene riconosciuta solo dopo la sua morte.
Ma c’è molto di più.
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