di BEATRICE SILENZI

Immagina una città dove il cielo sia attraversato da eleganti velivoli elettrici che sfrecciano silenziosamente sopra le nostre teste, trasportando passeggeri verso le loro destinazioni in una frazione del tempo che impiegherebbero a terra.
No, non è Star Wars, ma la visione dell’Urban Air Mobility (UAM), un concetto rivoluzionario che promette di trasformare il modo in cui ci spostiamo nelle aree urbane.

Sembra futuro ed invece è già presente e l’Urban Air Mobility si riferisce all’utilizzo di veicoli aerei, come droni e velivoli elettrici a decollo e atterraggio verticale (eVTOL), per il trasporto in ambienti urbani.
Questi mezzi sono progettati per trasportare passeggeri o merci su distanze brevi o medie, offrendo una soluzione al problema cronico della congestione del traffico.

Tra chi plaude, sottolinea che i vantaggi dell’UAM siano molteplici e allettanti: si possono evitare strade intasate, riducendo drasticamente i tempi di viaggio. Un tragitto di un’ora sarebbe compiuto in appena 15 minuti. Secondo uno studio del 2021 di Deloitte, l’UAM dimezzerebbe i tempi di percorrenza nelle principali aree metropolitane.
Un altro beneficio sarebbe la possibilità di ridurre infrastrutture come strade e parcheggi, liberando spazio prezioso nelle città densamente popolate.

“L’UAM non solo può alleviare la congestione, ma anche permettere di recuperare spazi urbani per aree verdi o abitazioni,” afferma la dottoressa Anita Sengupta, ex ingegnere della NASA e attuale CEO di Hydroplane, azienda che sviluppa velivoli a idrogeno.

E ora veniamo alle problematiche.

La prima. La sicurezza.
È la preoccupazione principale. Garantire che questi mezzi possano volare in modo affidabile e senza collisioni è fondamentale: ciò richiede sistemi avanzati di gestione del traffico aereo e tecnologie autonome robuste, specialmente per quelli senza pilota.

La seconda. L’inquinamento acustico. Sebbene gli eVTOL siano più silenziosi degli elicotteri, il rumore cumulativo di numerosi mezzi potrebbe disturbare le aree urbane.

La terza. Il costo.
I servizi UAM potrebbero essere costosi, paragonabili ai voli in elicottero odierni, ma con la maturazione della tecnologia e l’aumento della scala produttiva, i prezzi potrebbero diminuire, rendendoli più accessibile.

La quarta Le regolamentazioni. Rappresentano l’ostacolo più complesso. Le autorità aeronautiche, come la Federal Aviation Administration (FAA) negli Stati Uniti, stanno definendo i quadri normativi per integrare la tecnologia nello spazio aereo esistente, il che include l’elaborazione di regole per i sistemi aerei senza pilota (UAS).

Senza contare le problematiche legate all’inquinamento, che nessuno pare tenere in alcuna coniderazione.

Nonostante le difficoltà, l’industria dell’UAM sta compiendo progressi significativi.
Dal punto di vista tecnologico, i veicoli UAM sono veri capolavori di ingegneria: funzionando con batterie elettriche, anche se l’obiettivo a lungo termine è l’autonomia completa che permetterà di operare in modo più efficiente e sicuro.

Guardando al futuro, i tempi per un’adozione diffusa dell’UAM variano. Alcuni esperti prevedono che i servizi commerciali potrebbero iniziare già quest’anno, mentre altri ritengono che ci vorrà fino al 2030, perché sarà importante, prima, risolvere le molte criticità esistenti.