Partendo dalla figura di Thomas Malthus, economista e filosofo dell’Ottocento, Enrica Perucchietti – Scrittrice – esamina nel commento con Beatrice Silenzi – giornalista – attraverso un’analisi molto dettagliata, il Malthusianesimo che, da due secoli, affascina l’Elite.
La teoria demo-sociologica sostiene che la sovrappopolazione tra le classi povere infici la qualità di vita.
Un principio ripreso negli anni, da molti altri autori, filosofi, romanzieri che hanno apertamente parlato della necessità di ridurre la popolazione mondiale.
Teoria diffusasi dalla fine del XIX secolo e ispirata alla teoria della popolazione dell’economista e pastore anglicano T.R. Malthus.
Secondo tale teoria il ricorso a pratiche anticoncezionali si rende necessario per limitare il numero delle nascite, ciò a causa della crescente pressione demografica rapportata alla scarsità e limitatezza delle risorse naturali del pianeta.
Su tale teoria, applicata ai Paesi in via di sviluppo, si fondavano le catastrofiche previsioni del Club di Roma
“Per invito del Club di Roma, il System Dynamics Group del MIT ha svolto una ricerca, le cui conclusioni sono esposte in questo rapporto, per simulare in un modello matematico globale, con l’impiego di computer, le tendenze e le interazioni di un certo numero di fattori dai quali dipende la sorte della società nel suo insieme: l’aumento della popolazione, la disponibilità di cibo, le riserve e i consumi di materie prime, lo sviluppo industriale, l’inquinamento.
Lo studio del MIT si propone di definire chiaramente i limiti fisici e le costrizioni relative alla crescita demografica e all’attività materiale dell’umanità sul nostro pianeta.
La riedizione di questo testo – noto nel 1972 come “I limiti dello sviluppo” – ha lo scopo di mostrare il grado di accuratezza con cui lo studio venne condotto e le conclusioni cui giunse, vere e urgenti oggi più di allora.
Prefazione di Aurelio Peccei e Alexander Stefes”. Da “I limiti alla crescita”, 2018.
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