Appuntamento della domenica con Enrica PerucchiettiBeatrice Silenzi – Giornalista per la rubrica L’Altra Domenica.

La stessa tecnologia del Green Pass, ossia il Codice QR, usato per attestare l’avvenuta vaccinazione, potrebbe ora essere utilizzata per le prescrizioni mediche elettroniche e per la tessera di vaccinazione dell’Ue, nel quadro dello Spazio europeo dei dati sanitari.

È questa l’iniziativa a cui sta lavorando la Commissione europea che dovrebbe presentare a breve i primi progetti pilota per entrambi i casi d’uso.

Quella del “certificato verde” è stata una «storia di successo», da riproporre, dunque, non solo per eventuali prossime pandemie, ma anche e soprattutto per implementare la trasformazione digitale dei dati sanitari, secondo l’agenda di Bruxelles, che non a caso sta facendo pressione per far decollare il progetto del portafoglio europeo di identità digitale.

«Il certificato digitale Covid dell’Ue ha facilitato il viaggio libero e sicuro per i cittadini ed è stato fondamentale per sostenere l’industria del turismo europea duramente colpita»

Le emergenze si sono spesso rivelate come l’espediente per introdurre misure diversamente non accettabili dalla popolazione per poi renderle permanenti anche dopo le criticità e modellare così nuovi assetti sociali e nuovi metodi di governo.

La digitalizzazione della vita e della società, diventerà inevitabile e ogni singolo dato della popolazione sarà registrato e tracciato.

Non più, dunque, un libero cittadino, ma monitorabile.

La Commissione UE sta lavorando a una nuova forma di Green Pass permanente che riguarderà sempre l’ambito sanitario, così da accelerare la transazione digitale, dando vita ad un sistema di sorveglianza ineludibile dietro allo stendardo del progresso, dell’efficienza e della comodità.

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