Appuntamento della domenica con Enrica Perucchietti – Scrittrice – intervistata da Beatrice Silenzi – Giornalista per la rubrica L’Altra Domenica.
Woke, letteralmente “sveglio”, è un aggettivo della lingua inglese con il quale ci si riferisce allo “stare all’erta”, “stare svegli” nei confronti delle ingiustizie sociali o razziali.
La voce è entrata nei dizionari della lingua inglese nel 2017 attraverso il movimento attivista statunitense Black Lives Matter.
Questioni immense ma che ricevono risposte disastrose, alla luce di un dibattito pubblico e di un trattamento politico indegni, in un clima di antagonismi e di odio.
La conseguenza è il raggiungimento di risultati opposti all’obiettivo auspicato: la divisione si impone sulla concordia, compromettendo la realizzazione di progressi concreti a beneficio delle minoranze stesse.
Ma “ieri” non è “oggi”.
L’oggetto delle cause delle minoranze aveva una portata universale, migliorava le coscienze e l’umanità, e l’interesse particolare che perseguivano, più tardi, avrebbe avuto delle ripercussioni positive sull’interesse generale.
Si percepiva che un giorno queste cause avrebbero riunito le persone, a beneficio di una civiltà in evoluzione.
È il caso, oggi, della questione ambientale, dove il semplicismo non può imporsi sulla complessità.
Abbattere le statue o sbattezzare le strade col pretesto che le figure rappresentate incarnano un passato coloniale significa svuotare la storia del suo contesto, significa voler riscrivere la storia in funzione delle idee e dei rapporti di forza del presente, significa anche voler cancellare la storia.
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