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Su Fabbrica della Comunicazione la rubrica Libero Pensiero è cura di Beatrice Silenzi – giornalista e direttore responsabile, qui con Franco Fracassi.
Giornalista d’inchiesta e scrittore, Fracassi ritorna su una tematica estremamente dibattuta: la transizione digitale.
Le sorti del mondo sono nelle mani di uno sparuto gruppo di pochi ricchissimi che, insieme alla classe politica internazionale, fanno parte del World Economic Forum.
Il WEF – attraverso una pianificazione sistematica, chiamata Agenda 2030 – modifica usi e costumi di grande parte del mondo, soprattutto ad Occidente, attraverso una politica volta – per quello che rigiuarda l’ambito energetico – alla “sostenibilità”.
Il messaggio di costoro è chiaro: il mondo finirà se non diminuirà la CO2 nell’aria.
In funzione di questo si compiono scelte specifiche che incidono nella vita di ognuno di noi.
Obiettivi finali saranno: limitare la libertà individuale di spostamento, controllare il potere del singolo nel consumo dell’energia, eliminare la proprietà privata (nel settore edilizio e automobilistico), annullando la nostra sovranità popolare.
Stiamo andando verso la “non propietà delle cose”, un’idea comunista partorita da chi è ricchissimo e questo costituisce il grande paradosso di cui pochi si avvedono.
La società diventa sempre più dicotomica, divisa tra ricchi e poveri, dove vive bene solo chi è nella possibilità di fare cose, perché ha i soldi per farlo.
E da ultimo anche la Tim, tra gli ultimi baluardi italiani, asset strategico del nostro Paese, sta cedendo la sua proprietà alla KKR statunitense (BlackRock) , con il placet del Governo italiano.
Il Consiglio d’amministrazione di Tim ha accettato l’offerta vincolante della KKR per lo scorporo della rete.
L’approvazione non è soggetta a un via libera da parte dell’assemblea degli azionisti.
Per approfondimenti, intervista a Carmen Tortora a cura di Beatrice Silenzi
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