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Su Fabbrica della Comunicazione, la rubrica Il Punto di Vista è a cura del giornalista e scrittore Massimo Del Papa – che commenta con Beatrice Silenzi – i fatti del momento.
E dunque si consuma l’ennesimo dramma, un nuovo omicidio, ai danni di una donna, ai danni di una ragazza.
A colpire ancora una volta un uomo, giovanissimo fidanzato che non voleva saperne di essere messo da parte.
Ennesima storia di cronaca nera di cui si parla nel giorno della violenza contro le donne, 25 novembre.
Filippo Turetta resta in carcere per il reale “pericolo che reiteri condotte violente nei confronti di altre donne, vi sono infatti elementi idonei “a fondare un giudizio di estrema pericolosità, che desta allarme, dato che i femminicidi sono all’ordine de giorno”.
Questa l’ordinanza di custodia cautelare del gip di Venezia, datata 20 novembre, che ora si aggiunge alle altre carte dell’indagine inviate al Ministero di Grazia e Giustizia. Per il giudice “l’inaudita ferocia” del giovane ne dimostra “la totale incapacità di autocontrollo” e, oltre al pericolo di reiterazione del reato, per il Gip la misura della custodia in carcere è necessaria anche per il rischio di alterazione delle prove ed il pericolo di fuga”.
In tutto ciò, il conformismo nefasto fa velocemente proseliti e si nutre di ideologie e mala fede.
Non è importante arrivare alla comprensione dei fatti, l’unica cosa conta è lo slogan, il luogo comune, l’idozia monumentale con cui chiudere i conti.
E di Giulia poco si sa e poco si dovrebbe aggiungere, se non che è capitata nelle grinfie di un bamboccio inadeguato e furioso, mentre la politica si riempie la bocca parlando di patriarcato, di maschio bianco tossico.
Viene addirittura recuperata l’ideologia gender, il DDL Zan, i corsi di sessualità nelle scuole, mentre nell’ambito del delitto si fa avanti la sorella di Giulia, con i suoi proclami insensati e qualsiasi parente o amico sia disposto a rilasciare la sua dichiarazione ai Media mainstream.
Il patriarcato e il gender. L’angosciante minuto di silenzio nelle scuole in memoria dell’ultima vittima, le fiaccolate che non servono a niente, lo sciacallaggio, la miseria morale, la totale incertezza della pena per l’assassino, presto libero.
Il patriarcato, dunque, ma che c’entra?
“In memoria di Giulia e di tutte le donne vittime di violenza, il ministro Giuseppe Valditara ha invitato l’intera comunità scolastica a osservare un minuto di silenzio il 21 novembre. L’ennesimo tragico femminicidio, ha scosso le coscienze di quanti hanno visto in Giulia Cecchettin una figlia, una sorella, un’amica, una studentessa impegnata. Un’altra donna vittima della cultura del dominio e della sopraffazione maschile” rimarca la circolare ministeriale.
Ed i maschi italiani sono invitati a pentirsi (!) in un mea culpa generalizaato, maschile, nei confronti di tutte le donne uccise da altri maschi, colpevoli e, troppo spesso, impuniti.
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