di GIORGIO PANDINI

Non amo particolarmente il variegato il mondo delle influencer, mi sembrano tutte uguali, massa indistinta di chiome e trucco, voci stridule e pose.

Tuttavia, la vicenda che ha coinvolto la reginetta della categoria, merita una riflessione sul fenomeno, nella sua squisita amarezza.

In questi giorni è uscita la notizia che l’Antitrust – autorità che si occupa di difendere il diritto di concorrenza e quelli dei consumatori – ha comminato una sanzione di un milione di euro complessivi alle due società che fanno capo a Chiara Ferragni ed un’ulteriore multa di 420 mila alla piemontese Balocco, per pratica commerciale scorretta.

L’oggetto è la campagna natalizia dello scorso anno, dell’azienda dolciaria in collaborazione con la nota influencer.

La ditta infatti aveva prodotto un pandoro “griffato” Ferragni, venduto al triplo del prezzo medio di mercato, lasciando intendere ai consumatori che l’operazione fosse fatta per beneficenza all’Ospedale Regina Margherita di Torino.

In realtà, Balocco aveva già versato, alcuni mesi prima, alla struttura sanitaria un assegno di 50 mila euro.

E i proventi derivati dalla vendita del pandoro?
Quelli sono finiti nelle casse delle aziende gestite dalla Ferragni.

Ad oggi, i soggetti coinvolti – colti con le mani nello zucchero rosa del pandoro dall’Antitrust – ed esposti al pubblico ludibrio mediatico, si sono affrettati a prendere le distanze, da tutto e da tutti!

Balocco “ritiene di non condividere la decisione e si riserva pertanto di agire nelle sedi opportune per tutelare i propri diritti” aggiungendo di operare da sempre “secondo principi di correttezza e trasparenza” e sostenendo che “ha appreso il contenuto del provvedimento emesso dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato e prende atto della sanzione comminata, nonostante gli impegni profusi per fornire tutti gli elementi necessari per una corretta ricostruzione del caso”.

La replica di Chiara Ferragni è intrisa di scuse e piagnistei via social (trasmessa anche dai principali Tg!) in cui dichiara, commossa e frignante, di aver sbagliato.

Nel suo venire a Canossa, l’influencer rilancia e promette di donare un milione di euro al Regina Margherita, sottolineando i gravi errori di comunicazione, cosa che suona assai strana, soprattutto perché detta da una vera maestra di comunicazione e marketing.

Non temete, la Ferragni continuerà a fare beneficenza, così come sempre ha fatto, perché questi sono i valori che caratterizzano la sua famiglia.
Queste le sue parole.

Bravissima a commuoversi e a cospargersi il capo di cenere in diretta social, con un maglioncino grigio che non le rende giustizia e un aspetto molto dimesso, pochissimo trucco e senza acconciatura, tutto rigorosamente studiato ad arte, per riuscire a recuperare un incommensurabile danno d’immagine.

Un pasticcio condito da zucchero a velo in cui non manca il tentativo di discolparsi accusando l’Antitrust di sanzione spropositata.

Lo dice apertamente: la sentenza verrà impugnata e, qualora la multa venisse poi ridotta, la differenza sarà devoluta in beneficenza, sommandosi al milione già donato all’Ospedale, insomma.

Un modo – nemmeno tanto elegante, per una che veste solo griffato – per ributtare la palla nelle mani dei giudici che – nella percezione distratta della gente, impicciata con il Natale – dovrebbero ridurre la multa a beneficio del Regina Margherita.

Sì, a pensar male si fa peccato ma, questa pantomima social mi fa venire in mente una domanda (e sono certo anche a voi): se tutta l’operazione non fosse venuta a galla, avremmo assistito ugualmente a cotanta profusione di generosità?

Anche perché, a poche ore dal “fattaccio” spuntano fuori uova di cioccolato brandizzate, pure queste in odor di attività benefica.

Nel 2021 e 2022, l’influencer ha sponsorizzato le uova di Pasqua distribuite da Giochi Preziosi, vendute con l’obiettivo di sostenere i “Bambini delle Fate”.

Franco Cannillo, imprenditore che ha rilevato l’azienda dice “Non c’è stata correlazione tra le vendite delle uova e la donazione a ‘I Bambini delle Fate’. Ferragni è stata pagata per aver ceduto la sua immagine. Noi abbiamo fatto una donazione, per lei non era da contratto”.

Lo schema è sempre lo stesso: operazione commerciale e beneficenza, che però conduce a quei fatali “errori di comunicazione” di cui parla l’influencer.

Franco Antonello, fondatore dell’associazione “I Bambini delle Fate”, sentito da Selvaggia Lucarelli dichiara: “Mi stupisce che abbiano dato 700 mila euro per il testimonial e 12 mila per il sociale.
È una vergogna”.

E conclude dicendo “Non sa quante aziende si fregiano di fare cose per il sociale, grazie alla parola ‘beneficenza’ creano fatturati più grossi e con due monetine date al sociale hanno la medaglia dei benefattori”.

Nel frattempo, sottolinea la Lucarelli, Chiara Ferragni ha eliminato i vecchi post sulle uova di Pasqua…