Entro il 2050, il pianeta potrebbe affrontare una crisi senza precedenti: il 60 per cento degli adulti, quasi 4 miliardi di persone e un terzo dei bambini e adolescenti (pari a 746 milioni di giovani), saranno in sovrappeso o obesi.
Questi dati, emersi dall’analisi più completa mai condotta su 204 Paesi e pubblicata su The Lancet in occasione del World Obesity Day, dipingono un futuro allarmante.
Lo studio, realizzato dai ricercatori del Global Burden of Disease Study BMI, evidenzia una tendenza inarrestabile che negli ultimi trent’anni ha trasformato l’obesità in una vera e propria epidemia globale.
Torniamo al 1990: gli adulti in sovrappeso o obesi erano 731 milioni, i giovani 198 milioni; nel 2021, queste cifre sono schizzate a oltre 2 miliardi di adulti e 493 milioni di bambini e adolescenti, più che raddoppiando in tre decenni.
Ma il dato più preoccupante riguarda il domani, il trend insomma: entro il 2050, l’obesità tra i giovani crescerà del 121 per cento (cifra incredibile anche da pensare!) portando il numero di bambini e adolescenti obesi a 360 milioni.
Da due anni e fino al 2030, gli esperti segnalano che si sta vivendo una “transizione globale verso l’obesità”, riscontrata soprattutto tra le nuove generazioni, poi, entro il 2050, un giovane su tre sarà obeso e risiederà in Nord Africa, Medio Oriente, America Latina e Caraibi.
E tuttavia l’obesità non colpisce il globo in modo uniforme: in Oceania, Nord Africa e Medio Oriente i numeri sono da capogiro. A Nauru, Isole Cook e Samoa Americane oltre il 62 per cento degli uomini è obeso e più del 7o per cento delle donne.
Tra i Paesi occidentali, gli Stati Uniti svettano con il 42 per cento degli uomini e il 46 per cento delle donne in condizione di obesità.
Anche il Belpaese segue il trend: oggi il 40 per cento degli adulti italiani è in sovrappeso o obeso, ma il vero campanello d’allarme suona per i più piccoli. Sedentarietà, diete a base di cibi ultraprocessati e scarsa educazione alimentare stanno spingendo l’Italia verso un aumento preoccupante dell’obesità infantile, in linea con le proiezioni mondiali.
Le conseguenze?
Un’esplosione di diabete, malattie cardiovascolari e problemi psicologici, con i giovani destinati a una vita segnata da patologie croniche e depressione ai massimi livelli.
La soluzione richiede un intervento deciso: politiche per incentivare diete sane, attività fisica, accesso a cibi freschi.