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Su Fabbrica della Comunicazione, la rubrica Politicamente è a cura dello scrittore e storico Paolo Borgognone che commenta con Beatrice Silenzi fatti di attualità, politica e geopolitica.

Le origini di ogni conflitto dipendono da chi interpelli.
Secondo alcuni, quello tra Israele e Hamas in Palestina affonda le sue radici nell’antichità e nelle sacre scritture ebraiche, che rivendicano questa terra come quella promessa da Dio al popolo ebraico.
Questa prospettiva religiosa è un fattore chiave nell’identità nazionale di Israele, ma ha anche contribuito alle tensioni con la popolazione palestinese autoctona.

Alla fine della Prima guerra mondiale, l’Impero Ottomano si sgretolò e la Palestina divenne un territorio sotto il mandato britannico.
Con la crescente immigrazione ebraica che sfuggiva ai ai pogrom e ad altre persecuzioni nell’Europa orientale, e con la dichiarazione di Balfour del governo britannico nel 1917 a sostegno di una “patria nazionale per il popolo ebraico”, le tensioni con le comunità arabe locali aumentarono considerevolmente.

L’inizio del conflitto odierno, secondo molti, risale al 1947, quando le Nazioni Unite votarono per la spartizione del mandato della Palestina in due Stati: uno ebraico (Israele) e uno arabo (che non decollò).
La lotta tra gruppi armati ebrei, alcuni dei quali erano considerati organizzazioni terroristiche dai britannici, e i palestinesi si intensificò fino alla dichiarazione di indipendenza di Israele nel maggio 1948.

Partiamo da qui per raccontare la situazione geopolitica odierna.

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