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Per la rubrica su Radio Linea Tv, con la giornalista e scrittrice Beatrice Silenzi, a cura di David Romano, si fa riferimento al libro “È Tossico: Viaggio nelle Dipendenze e nei Comportamenti Devianti”, per scoprire come si sviluppa il fenomeno della dipenenza e perché sia così dannosa.
Capita spesso di lavorare troppo, le ragioni sono varie e comprendono aspetti intrinseci (il piacere di farlo) o altro tipo di motivazioni (promozioni, aumenti, gratificazione personale).
Attraverso quello che una volta era definito stachanovismo, oggi molti studi hanno evidenziato come lo stress quotidiano sia influenzato da orari di lavoro prolungati. Un problema pervasivo per cui si rende necessaria attenzione sugli orari di chi è libero professionista e di chi è dipendente.
Il lavoro eccessivo è stato spesso preso in esame come “workaholism”, termine coniato da Griffiths ed identificato attraverso la presenza di motivazioni specifiche che spingono gli individui a lavorare eccessivamente.
Il termine deriva dalla combinazione delle parole “lavoro” e “alcolismo” e denota un comportamento specifico: ossessivo e compulsivo o bisogno incontrollabile di lavorare incessantemente (Oates, 1971).
La dipendenza dal lavoro si ingenera nell’idea che il lavoro sia la cosa più importante nella propria vita e che, allontanandosene, si generano sintomi di astinenza (irrequietezza, sbalzi d’umore) ed un forte conflitto con le relazioni interpersonali e altre attività legate al lavoro.
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