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Su Fabbrica della Comunicazione, Beatrice Silenzi – giornalista e direttore responsabile – si occupa della rubrica, “Comunicazione e Dipendenze” in collaborazione con Studi & Salute Bolgan 

Ospite di questo appuntamento è la dottoressa Cristina Ombra, psicoterapeuta, con la quale entriamo nel merito dell'”effetto lucifero“, fenomeno sociale studiato nel 1971 da Philip Zimbardo.

Considerato tra i più importanti a livello accademico e ritenuto fondamentale in psicologia sociale, l’esperimento nacque dal tentativo di “comprendere i processi di trasformazione che si verificano quando persone buone compiono azioni cattive”. Ovvero: cosa spinge le persone ad essere cattive?

Ma ancora.

Dieci anni prima, nel 1961, in uno dei più celebri processi a un criminale di guerra nazista, Adolf Eichmann tentò di impostare la propria linea difensiva ponendosi come un burocrate senza responsabilità dirette, che non aveva fatto altro che eseguire gli ordini ricevuti.

Ritenuto colpevole di “aver spietatamente perseguito lo sterminio degli ebrei”, egli si difese dicendo di aver solamente eseguito degli ordini.
A segito di ciò, Stanley Milgram, psicologo e assistente universitario dell’Università di Yale, decise di indagare le dinamiche di obbedienza all’autorità, mettendo in atto uno dei più celebri (e discutibili, dal punto di vista etico) esperimenti sociali di sempre, a base di scosse elettriche (finte) per verificare i limiti dell’obbedienza a un ordine ricevuto.

Le conclusioni a cui arriva la psicoterapeuta Cristina Ombra, sono piuttosto inquietanti.

Per approfondire l’effetto lucifero.

EFFETTO LUCIFERO. CATTIVI SI DIVENTA.

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