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Su Fabbrica della Comunicazione, la rubrica della domenica mattina a cura di Beatrice Silenzi – giornalista e direttore responsabile – con Enrica Perucchietti si chiama L’Altra Domenica.
La censura nelle democrazie, non democratiche di questi tempi consiste nalla criminalizzazione del dissenso e nell’inquisizione digitale.
Sui social il controllo delle informazioni è sempre più stringente: se i post, gli articoli e le opinioni osano sfidare la narrativa dominante vengono oscurati o rimossi, mentre gli algoritmi penalizzano i contenuti ritenuti non conformi a certi standard, determinando una moderna forma di inquisizione digitale.
Un libro in cui si parla di inchieste e casi di cronaca: dai Twitter Files all’arresto di Pavel Durov, tra le pressioni che le Big Tech ricevono dai governi e dalle agenzie di intelligence per assecondare questa china liberticida.
Il silenziamento di voci divergenti avviene anche fuori dalla Rete, come dimostrano le derive puritane dell’ideologia woke e il fanatismo della cancel culture, per cui esprimere un pensiero divergente diventa un “reato di opinione”.
Giganti del web, coadiuvati da Media di massa e fact-checkers, diventano il braccio armato del Potere.
Si crea una informazione certificata e si presentano come legittime solo le narrazioni conformi alla linea ufficiale, mentre tutte le forme di pensiero critico vengono etichettate come “complottismo” o disinformazione, rischiando di essere perseguite alla stregua di uno “psicoreato” orwelliano.
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