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Su Fabbrica della Comunicazione, la rubrica Pillole di ExtraMondo è a cura del blogger Enrico Pietra qui con Cristina Ombra.
La psicologa e psicoterapeuta Cristina Ombra parla della dipendenza dalle cattive notizie e dell’uso persuasivo degli strumenti elettronici.
La captologia, che fa parte della sociologia e studia gli effetti delle tecnologie interattive su comportamenti, idee, relazioni e comunicazioni delle persone che utilizzano strumenti, dispositivi, applicazioni tecnologiche, dentro e fuori della rete, è il fulcro dell’appuntamento.
Il termine è stato coniato da B. J. Fogg come acronimo di Computers As Persuasive Technologies (ovvero i computer come tecnologie persuasive), latinizzandolo in “capto” (prendo), a cui viene aggiunto il suffisso “logia”, per indicare qualcosa che cattura la nostra attenzione e le reazioni in modo palese o subdolo.
È dunque una disciplina che si occupa di studiare come tutto l’apparato informatico, usato quotidianamente venga programmato e strutturato per guidare in maniera persuasiva (quando non manipolatoria) i nostri comportamenti.
Questo genere di induzione dolce si diffonde in una popolazione già resa ansiosa e impaurita dal costante bombardamento di notizie negative, da cui finisce addirittura per dipendere in maniera patologica.
Tutto ciò, tuttavia, secondo la Ombra, ha una portata catastrofica per la nostra interiorità, sempre più connessa al digitale e disconnessa dal rapporto con gli altri e con quella parte, naturalmente terapeutica di condivisione di paure, angosce, difficoltà quotidiane.
Paure che, quando diventano latenti e costanti, rendono l’individuo più acquiescente e disponibile ad annullare il pensiero critico individuale per aderire alla narrazione dominante.
Ma siamo poi sicuri che dietro alla costante riproposizione di notizie negative non ci sia invece un secondo fine, non propriamente benevolo?
Per approfondire le tematiche delle dipendenze si consiglia la lettura del libro “È Tossico: Viaggio nelle Dipendenze e nei Comportamenti Devianti” di Beatrice Silenzi, giornalista e direttore responsabile di Fabbrica della Comunicazione.
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