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Su Fabbrica della Comunicazione, la rubrica della domenica mattina a cura di Beatrice Silenzi – giornalista e direttore responsabile – con Enrica Perucchietti si chiama L’Altra Domenica.

Le notizie dal Medio Oriente, seguite in presa ditretta, sono allarmanti e drammatiche.
Israele ha lanciato l’assedio totale con lo stop a cibo, luce e benzina a Gaza.
Migliaia di morti da entrambe le parti e, mentre gli attentati in Europa destano parecchia preoccupazione, l’informazione proposta dai padroni delle idee nel nostro Paese, cerca di precludere ai più, la possibilità di comprendere davvero come stanno le cose.

Sicuramente, dice la Perucchietti, alla base, sono da mettere in evidenza due aspetti.

In primis la posizione dei Media mainstream che, nella loro totale sottomissione, hanno abbracciato la totale solidarietà nei confronti di Israele, la quale, agli occhi del mondo, sembra essere legittimata alla vendetta.

Israele ha infatti risposto ad un iniziale atto brutale, ad una ennesima provocazione compiuta da Hamas, tuttavia lo ha fatto in maniera sproporzionata, estremamente esagerata.

Il secondo aspetto che desta preoccupazione risiede nella censura preventiva di ogni notizia che abbia come oggetto l’appoggio alla Palestina.

Vengono bloccati giornalisti, intellettuali, personalità che sono collegati al fantomatico “nemico” palestinese, così come viene criminalizzato, con il pretesto che contengano un implicito sostegno ad Hamas, qualsiasi sostegno alla Palestina, per chiedere la fine dell’aggressione israeliana a Gaza, o l’apartheid contro i palestinesi.

Ennesima opera di mistificazione volta a reprimere qualsiasi forma di dissenso, stavolta contro Israele.

Dal divieto di esporre bandiere palestinesi sui monumenti italiani (giudicate simboli “anti-Israele”), passando per le dimissioni di Moni Ovadia da direttore del Teatro di Ferrara per le sue posizioni critiche, alla sospensione del premio letterario ad Adania Shibli, al fine di dare maggiore visibilità a “voci israeliane ed ebraiche”.

Censura anti-palestinese che colpisce anche i social media, dove sempre più utenti denunciano la rimozione o l’oscuramento di contenuti che riportano posizioni a sostegno della causa palestinese.

Ancora una volta si assiste allo stesso schema.

Il motivo è chiaro per Enrica Perucchietti.
Per far sì che la massa resti sempre docile e manipolabile e che non sia in grado di prendere una posizione autonoma.

La distrazione è l’arma più potente in questo conflitto in cui si seguono schemi consueti che corrispondano alla narrazione dominante.
Quest’arma punta su certe notizie, oscurandone altre.

In quest’ottica, l’attentato di Bruxelles, conquistando le prime pagine di tutti i giornali, ha mostrato, ancora una volta come un fatto di minore importanza  rispetto ai numeri del conflitto israelo-palestinese sia “distrazione di massa”.

Si dica lo stesso per quello che si sta verificando anche nel nostro Paese, per cui preoccuparsi del caro vita e bollette, viene interpretato come “noncuranza” verso chi vive una situazione peggiore e determina nella massa un senso di colpa che riesce a far dimenticare i propblemi del quotidiano.

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