Oggetto dell’intervista è la proposta di legge per la “Legalizzazione della maternità surrogata solidale” che si pone l’obiettivo di disciplinare e regolamentare questo tema e fornire piena tutela a tutti i soggetti coinvolti.
Che senso ha l’espressione “maternità surrogata”?
E “gravidanza solidale”?
Non esiste solidarietà in una gravidanza dove il bambino viene trattato come un oggetto, né esiste una surrogazione di maternità. Siamo spettatori di una logica delirante che ha cambiato anche il linguaggio.
“Generato e non creato. Mistica e filosofia della nascita. La maternità surrogata e il futuro dell’umanità” di Simone Tropea dà una lettura originale della maternità in generale e di quella che viene chiamata impropriamente “maternità” surrogata.
Maggio è il mese della festa della mamma. È anche il mese della legge sull’aborto, la 194 del 22 maggio 1978.
L’aprire all’aborto ha portato alla follia della “maternità” surrogata.
La negazione del figlio e della maternità, cioè l’aborto, e il figlio a tutti i costi di cui l’utero in affitto è l’estremo esempio, esprimono la schizofrenia del nostro tempo. La proposta di legge sulla “legalizzazione della maternità surrogata solidale” e la sentenza n. 9006/2021delle Sezioni Unite civili della Cassazione di fatto aprono all’utero in affitto.
La pratica dell’utero in affitto non è fatta a fini altruistici, come si vuol far credere. Vengono omessi gli aspetti devastanti di un mercimonio di corpi e vite, puniti penalmente.
Non solo, nei Paesi dove la gestazione per altri è consentita, solo a scopo altruistico, vi sono scambi di denaro, giustificati come “rimborsi spese” a beneficio delle gestanti e delle cliniche per la fertilità.
Analizza la questione Enrica Perucchietti – Scrittrice – intervistata da Beatrice Silenzi – Giornalista.
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