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Su Fabbrica della Comunicazione, la rubrica Politicamente è a cura dello scrittore e storico Paolo Borgognone che commenta con Beatrice Silenzi fatti di attualità, politica e geopolitica.
La vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris ha rilasciato nei giorni scorsi la sua prima intervista da quando è candidata alla presidenza. È stata piuttosto prudente, difendendo l’operato del presidente Biden e sottolineando voler traghettare gli Stati Uniti in una nuova era politica, dopo un decennio di contrapposizioni causate principalmente dalla figura di Donald Trump.
Sempre dall’America giungono le scuse di Zuckerberg che, a posteriori di un paio di anni buoni fa sapere che la Casa Bianca ha fatto pressione su di lui e Meta, affinché, in piena pandemia di coronavirus, ”censurasse alcuni contenuti relativi al Covid-19” condivisi su Facebook e Instagram.
Ma la censura che colpiva gli utenti dei social oggi picchia duro su Pavel Durov, fondatore di Telegram, accusato di ogni genere di misfatto.
Qualcuno cerca di trasformarlo in un nuovo Assange, ma è davvero così che stanno le cose?
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