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Su Fabbrica della Comunicazione la rubrica Dimensione Arte è cura di Giorgio Pandini – musicista e blogger.
Nato nel 1929 a Yale in Oklahoma, Chesney Henry Baker Jr. cresce immerso nella musica: suo padre è un chitarrista mentre la madre Vera Moser una pianista dilettante. Il suo avvicinamento al mondo musicale coincide con il trasferimento della famiglia in California dove Chet inizia a cantare nel coro della chiesa esibendosi anche in alcuni concorsi canori.
Il padre gli regala il suo primo strumento, a 16 anni si arruola nell’esercito, ma, alla fine degli anni ’40, rientra negli Stati Uniti. Diventato musicista professionista, i riconoscimenti non tardano ad arrivare. Inizia a collaborare attivamente alla scena jazzistica Californiana, nelle band dei sassofonisti Vido Musso e soprattutto Stan Getz, anche se la consacrazione avviene quando nel 1952 viene scelto da Charlie Parker per un tour della West Coast con la sua band, al termine del quale incontra il sassofonista Gerry Mulligan con il quale forma il celebre quartetto senza pianoforte.
La sua vita è costellata di alti e bassi, fino alla morte, avvolta nel mistero.
Qualcuno lo ha definito “un Angelo con la faccia sporca”, una definizione che ben gli si adatta. Proprio al termine della sua vita, infatti, ha raggiunto un’essenzialità ed una modernità nella sua arte che rimanda a Michelangelo che, come lui, in tarda età, era in grado con pochi colpi di scalpello di creare universi, proprio come Chet ha fatto con le sue note.
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