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Su Fabbrica della Comunicazione la rubrica Libero Pensiero è cura di Beatrice Silenzi – giornalista e direttore responsabile, qui con Valentina Ferranti.
Quante volte abbiamo sentito parlare di “patriarcato” – soprattutto in seguito a gravissimi fatti di cronaca nera – e di lotta contro un sistema che vuol schiacciare la donna, segregandola?
In realtà, secondo la Ferranti, antropologa e scrittrice, la questione è da ricondurre ad un puro ideologismo, non un fenomeno storicamente valido, né accertato.
E quella ideologica è un’analisi “di pancia”, d’ istinto, funzionale solo al Sistema per portare avanti lo schema già noto del “divide et impera”, al fine di creare una società unisex dove femminile e maschile perdono il loro potere e le loro peculiarità.
Una società in cui l’uomo si svirilizza e diventa debole, in cui la donna è vittima e indifesa ed in cui la famiglia non è più il punto saldo e fermo dell’individuo.
Immersi nell’ideologia, viviamo ed accettiamo una realtà distorta in cui i ragazzi vengono educati a scuola alla visione di film che mostrano una visione delle cose a senso unico.
Nessuno sembra essere in grado di reagire: non le donne e non gli uomini, che non si oppongono a nulla di ciò che viene proposto dalla società e dalla politica.
Perseguendo il concetto malato di inclusività, siamo disposti ad accettare qualsiasi cosa, trovando logica e naturale qualsiasi aberrazione.
Dovremmo, invece, avere il coraggio di ribellarci, di riscoprirci uomini e donne arcaici e di avere una bilancia tra le mani per misurare – con il buon senso – le cose che ci accadono, valutando la giusta via di mezzo, senza farci trascinare da slogan e spot.
Attiviamoci per perseguire l’armonia tra il perfetto maschile e femminile.
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