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Su Fabbrica della Comunicazione, la rubrica Approfondimento Stoico è a cura dello scrittore ed antifilosofo Michele Putrino e Beatrice Silenzi, direttore responsabile.

Lamentarsi è diventato, per tutti, naturale come respirare: significa pensare poco e agire meno. E ci si lagna di tutto: del governo, dell’autorità, delle persone tossiche, del lavoro, del traffico, del destino, dell’umanità.

Ma a che serve farlo continuamente? Lamentarsi è confortante perché ci esime dall’assumerci la responsabilità dei nostri pensieri e azioni e ci tiene occupati, sebbene non ci porti da nessuna parte.

Gli stoici erano convinti che usando la filosofia e la ragione si sarebbero potute raggiungere serenità, gioia e forza mentale.
Epitteto diceva: “c’è solo un cammino verso la felicità: smettere di preoccuparsi di cose che vanno oltre il potere della nostra volontà”. Preoccuparsi, lamentarsi e sprecare energia in cose che non possiamo cambiare o controllare fosse il percorso più veloce verso la depressione e l’esaurimento nervoso.

Marco Aurelio condivideva la stessa idea ed ugualmente Seneca.
Per noi moderni, è semplicemente un cambio di paradigma: smettere di concentrarsi su ciò che non possiamo controllare per dirigere i nostri sforzi ed energie su ciò che possiamo cambiare.

Nell’accettazione radicale degli stoici non c’è una posizione passiva, semmai il contrario: concentrarsi su ciò che possiamo cambiare ci rafforza dandoci un potere che proviene dalla piena consapevolezza delle nostre forze.

Epitteto trascorse la sua infanzia come schiavo a Roma e visse gran parte della sua vita con una gamba inutilizzabile, ma diventò un grande filosofo.

Gli stoici erano convinti che dobbiamo controllare le nostre aspettative e i desideri che sono la principale fonte di frustrazione, delusione e lamentele.
La visualizzazione negativa può aiutarci a prepararci al peggio nel migliore dei modi, così nulla ci sorprenderà.

Applicare questa tecnica (nella giusta misura!), aiuta a ridurre le nostre aspettative per evitare delusioni e imparare a non dare nulla per scontato.

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