Su Fabbrica della Comunicazione la giornalista Beatrice Silenzi intervista Francesco Cappello, docente e scrittore.
L’uranio e i costi energetici associati al nucleare è l’argomento.
Per ottenere energia nucleare da convertire in energia elettrica non è possibile fare a meno di enormi infrastrutture necessarie ad attuare il così detto “ciclo del combustibile“.
Per realizzarlo si è costretti ad usare grandi quantità di energia fossile con relativa produzione di biossido di carbonio.
Si preferisce, tuttavia, non parlare della produzione di gas serra connessa alla produzione di energia nucleare, tentando così di promuovere propagandisticamente quest’ultima quale soluzione strategica rispetto ai combustibili fossili, principali imputati, a torto o a ragione, dei cambiamenti climatici globali.
L’uranio va, infatti, estratto, raffinato ed arricchito; i rifiuti nucleari generati vanno trasportati, stoccati e monitorati a lungo termine.
Le centrali costruite con cemento e acciaio devono essere smantellate, alla fine del loro ciclo vitale, per procedere, infine, alla bonifica del sito dell’impianto.
Ciascuna di queste fasi comporta l’impiego di enormi quantità di energia fossile.
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